sabato 13 agosto 2016

Può succedere solo a Napule

Ad un certo punto sento urlare: "La cinque, la cinque ha offerto per la guagliona!"
Boh, non ho capito che sta succedendo...
In questo posto tutti urlano, ma siamo a Napoli, no? Lo devono fare, la gente è così.
Poi in due mi guardano, madre cassiera e figlio urlatore, chef di tre pizzaioli e commis che lavorano come formiche con un ritmo veloce e super coordinato, roba da far drizzare i capelli, credo di essere entrata nel bel mezzo di una gara olimpica di pizza.

Mi trovo da Concettina ai Tre Santi, una pizzeria che fa glutenfree ma anche no. Conosciutissima a quanto pare da napoletani e turisti, qui tutto è pieno, non si prenota però, si viene, si dice quanti si è al capo, che segna tutto su un bel quadernetto, ti dice quanto c'è da aspettare e al minuto spaccato ti chiama e ti fa accomodare.

Ho avuto la fortuna di accomodarmi subito essendo da sola, ecco qua, prego, tavolo diciotto per la guagliona.Tavolo diciotto? All'inizio sono scettica, il tavolo vicino alla porta... Poi invece capisco che c'è una pièce di teatro che mi aspetta, questi quattro ragazzi che mandano avanti un lavoro incredibile, parlano una lingua che gli altri non capiscono, due sulla cinque tre sulla quattro, avanti, cinque sulla sette e la otto, boh, che andate dicendo? Mi accorgo che il ragazzo urlatore dà ordini anche al cuoco che sta in cucina e al capo cameriere che sbarazza e riapparecchia i tavoli secondo il suo ordine. Cioè, 'nu guaglione che avrà sì e no 24 anni è un signor capo di ben 5 persone, più la madre che sta alla cassa (ci vede lungo).



 Chiedo un menù senza glutine e il cameriere mi dice "no", se ne va, poi torna col sorriso, e mi dice "il menù è quello per tutti", e qui certo già guadagni dei punti...

Poi ordino, una pizza Cetarese, alici di Cetara, oliva Caiazzana, basilico, origano, olio evo, pomodoro del Piennolo del Vesuvio, vabbè, tutte queste belle cosette.

Ho estremamente fame, ho camminato a piedi per un bel po' stamattina e sono già l'una e mezzo, dopo 10 minuti la mia pizza la riconosco, sta uscendo dal forno ma ahimè, si è attaccata al fondo del piatto in alluminio, dove la cuociono a parte... Una scena simile mi era successa a Parigi, ma meglio non rivangare...
Il capo urlatore dice che non si fa così "nun è cossì" lo ripete almeno dieci volte, la fa rifare, non c'è proprio modo di servirmela leggermente strappicchiata.
Aspetto ancora un piccolo quarto d'ora ed eccola qua la mia Cetarese senza glutine.


 Me la inizio a gustare, e mentre mangio una ragazza incinta sta aspettando il suo tavolo allora la invito a sedersi, di fronte a me c'è una sedia vuota. Poi l'urlatore la fa sedere al tavolo con la sua famiglia.
E così verso i tre quarti della pizza sento la madre-cassiera che urla che la ragazza della 5 mi offre la pizza. Così, tu offri una sedia e loro ti offrono il pranzo. Bello, no? Non credo che possa succedere altrove...

Ma non è finita qui.Per scusarsi del ritardo il ragazzo urlatore mi fa portare delle pizzette fritte con delle mercanzie sopra, cose da urlo, eccole qua, pomodoro e provola e pancetta, ricotta e scorza di limone.
Ricotta e scorze di limone, da ricordare!


 E poi ridendo e scherzando mi chiedono ma come mai sono in vacanza da sola, una guagliona accussì bbella e spiego del concorso GlutenfreeSummer e vabbè, tre secondi dopo mi ritrovo sul tavolo il docle, che io non ho ordinato, ma che mi è offerto dalla casa. Pasta dolce fritta "condita" con nutella e zucchero a velo.



Signora mia, mi porto tutto perché altrimenti qua dobbiamo chiamare l'ambulanza.
Sono passate cinque ore e una doppia siesta, sto ancora digerendo. Ninete, il mio non è un vero stomaco napoletano.

Però che gioia!

Continuate a seguirmi!
Prossima tappa la sconosciuta Umbria, Fabro.

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